Istituto della Carità Rosminiani   
Suore della Provvidenza Rosminiiane    
  
Parrocchia Dei Santi   
Ambrogio e Teodulo – Stresa    

1° luglio 2018
Solenne Memoria Liturgica del Beato Antonio Rosmini
Festa dei Giubilei

Con Rosmini, 
verso una gioiosa santità

“Essere cristiani è gioia nello Spirito Santo … 
alla carità segue la gioia”
(Papa FrancescoGaudete et exultate, 122)



Programma

Sabato 30 giugno: Stresa città

Ore 18.00    Chiesa Parrocchiale: solenne Celebrazione Eucaristica

Ore 18.45    Solenne processione per le vie cittadine con la statua del Beato e con la presenza del “Corpo Musicale Mottarone”

Domenica 1° luglio: Solenne Memoria liturgica – Collegio Rosmini

Ore 9.30     Accoglienza.

Ore 10.00    Sala C. Rebora: testimonianze rosminiane

Ore 11.30    Santuario SS. Crocifisso, solenne Concelebrazione Eucaristica, presieduta da Mons. Antonio di Donna, Vescovo di Acerra
Festa dei Giubilei

Ore 13.00    Pranzo

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«Tutti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove si trova».
Papa Francesco, Esortazione apostolica Gaudete et exultate, 14.

«Tutti i cristiani, cioè i discepoli di Gesù Cristo, in qualunque stato e condizioni si trovino,sono chiamati alla perfezione».
Antonio Rosmini, Massime di perfezione cristiana, lez. 1,1.

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Dalla Ratio formationis dell’Istituto della Carità

75. Criterio umano-spirituale. …(7)  L’arte della gioia.

La gioia è valore, virtù e criterio per il rosminiano («E non dico di gioire per amore, perché l’amore stesso è un godimento che si mescola in tutto ciò che si fa per amore»: A. Rosmini, Lettera agli Scolastici studenti di filosofia a Domodossola, dell’8 marzo 1845; in: Epist. Ascetico, vol. III p. 196). Essa risulta più come il frutto dei precedenti valori e atmosfera di questi – ogni virtù è sempre anche una meta – quello che raccogliamo alla fine della giornata, qualcosa donato e ricevuto da Dio e presente già all’inizio della nostra vocazione. La domanda sulla gioia (Nell’Istruzione sul rendere conto della coscienza la prima domanda è se viva contento della sua vocazione. Cfr. A. Rosmini, Regole dell’Istituto della Carità, Curia Generalizia, Roma 1994, pp. 243-248) è legata al valore della vocazione ed è indispensabile la risposta di senso che si misura con i valori del Vangelo. Insieme alla gioia la pace: sono frutti, sono doni, la gioia è l’espressione costante di chi ha incontrato Dio (cfr. Rm 14,17; 15,13; Gal 5,22). L’esperienza della gioia si distende nella nostra vita religiosa ed è presente come a diversi gradi, così come le altre esperienze che coinvolgono il tutto della persona. Nell’atteggiamento di verità e sincerità possiamo giungere a sperimentare una spirituale letizia (A. Rosmini, Memoriale della seconda probazione, cap. 9, in: Regole dell’Istituto della Carità, cit. pp. 183-184), così nel rispetto della sacralità dell’altro (cfr. Memoriale della seconda probazione, cit., cap. 10, pp. 184-185) e nel tempo della malattia attraverso la pazienza e fornendo sempre edificazione ai fratelli, come nella benevolenza (cfr. Memoriale della seconda probazione, cit., cap. 11, pp. 185-186) e nel concentrare tutto il loro affetto di Dio fonte dell’unica, vera gioia. La gioia è frutto dello Spirito Santo (Gal 5, 22), è segno del Regno di Dio (Rm 14,17), quale espressione della pace e del gusto di stare insieme. La gioia della fraternità e la pura gioia nel lavoro apostolico è la gioia del Regno e si rivela come criterio di discernimento progressivo sulla vocazione, e sua conferma (Cfr. Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e delle Società di vita apostolica, Vita fraterna in comunità, Roma 1994, n. 28).


 
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